
Messaggio del parroco don Stefano Curotto
Oggi si discute molto di questa tematica per via di una proposta di legge che vorrebbe affrontarla. Non entro nel merito della corretta formulazione di tale intenzione, vorrei però fermarmi su un fatto inequivocabile: l’omofobia esiste e causa sofferenze. Negarla o anche solo minimizzarla vuol dire non conoscere le tribolazioni e le paure di tante persone che per anni si ritrovano a lottare con forme di ostilità gratuite, di umiliazioni ricevute, come pure i timori e le angosce provate dai famigliari per l’incolumità fisica e psicologica dei propri cari. Se siamo onesti con noi stessi nonpossiamo che riconoscere che essa è spesso latente nei nostri cuori, tante volte più radicata di quello che vorremmo ammettere e che si rivela quando ci troviamo di fronte a qualcuno che ci confida o mostra la propria inclinazione omosessuale. Una conseguenza che ho avvertito in questi anni è anche la grande difficoltà dei genitori a parlarne al di fuori del proprio nucleo, spesso il coming out dei figli spiazza profondamente anche i padri e le madri di mentalità più aperta i quali faticano a condividere le proprie domande e preoccupazioni che sorgono di fronte a una situazione che non avevano previsto e che gli coglie impreparati. L’omosessualità è un tema sul quale non si può operare deducendo principi da imporre, ma occorre stare accanto alle persone, ascoltarne le storie, comprendendo che si tratta di uomini e donne, giovani che come tutti desiderano essere se stessi, amare e sentirsi amati in un travaglio che ricorda una nascita, un nuovo venire alla luce. Come comunità cristiana abbiamo una grande sfida per crescere in umanità e il comandamento dell’amore che il Signore ci ha lasciato e testimoniato, possa essere la bussola del nostro cammino.
Don Stefano